Da Zero a Dieci: le bestie dello Juventus Stadium, il peccato mortale di Walter, il terremoto di Torino e l'undicesima piaga azzurra
Due minuti di follia, un po’ di timidezza e l'errore di lettura di Mazzarri. Juventus-Napoli, semplicemente… Da Zero a Dieci.
Zero (ampiamente preventivabile) ai soliti cori razzisti dello Juventus Stadium. Non è certo una novità e sappiamo che Tosel – ancora una volta – non prenderà provvedimenti sull'accaduto. Perché in uno stadio italiano se fischi Zeman vieni multato perché colpevole “di attacco ad un etnia”, mentre sei insulti i napoletani resti impunito. Non è un caso se questo è un paese allo sfascio.
Doppio Zero – in via eccezionale – per gli eventi del dopo gara. Alcuni organi di stampa raccontano di gesti inciviltà compiuti da una frangia di tifosi del Napoli allo Juventus Stadium. Episodio da condannare. Senza attenuanti. Bestie quelli che insultano. Bestie quelli che devastano. Punto.
Uno il momento di distrazione fatale agli azzurri. Ancora una volta su palla inattiva. Ancora una volta una gara buttata via quando la si poteva controllare. Una sorta di castigo divino, un po’ come le dieci piaghe d’Egitto. Niente rane, cavallette, locuste. L'undicesimo supplizio a cui questo Napoli è sottoposto è quello dei palloni volanti. Possibile che non ci sia rimedio? Possibile che in tutti questi mesi non si siano studiate soluzioni alternative? Non se ne può più!
Due i falli da ammonizione commesi da Barzagli nei primi 45’. Misteriosamente in entrambe in casi viene graziato da Damato. Solo dopo ci è arrivata la comunicazione di un decreto del Governo che ha sancito l’immunità del bianconero. Ditelo prima però.
Tre a Goran Pandev per un pallone sbagliato nel finale su un contropiede, che poteva riaccendere una piccola speranza. Un tocco semplicissimo che avrebbe messo Insigne indisturbato davanti al portiere. Lorenzo non l'ha presa benissimo. Con tutte le ragioni di questo mondo. Bisogna crederci sempre Goran. Sempre.
Quattro al liscio di Camilo Zuniga al 15° minuto. Tutta Napoli ha tenuto il fiato sospeso in attesa di quel pallone volante che cadeva dall'alto per calciare il colombiano. Peccato che tutti siano rimasti come un bambino che non riceve il regalo al compleanno. Che liscio Zuzù…
Cinque all’immobilismo di Walter Mazzarri. Questa gara l’aveva preparata al meglio, ma è stato incapace di leggerla nel suo evolversi.Un Maggio così in difficoltà lo si era visto raramente. Il Pandev spento della ripresa meritava forse di finire in panchina prima, considerando il momento di forma di Insigne. Se Lorenzo gioca 10 minuti a partita si rischia di bruciarlo. Un peccato mortale caro Walter. Questa è una lezione che proprio non vuoi imparare…
Sei milioni di euro di ricompensa, si offrono a chi avesse prove tangibili della presenza in campo di Fabio Quagliarella. Cannavaro annulla l’ex in cerca di riscatto. Questa volta niente esultanza “nascosta” come lo scorso anno per Fabio. Almeno ci siamo evitati un'altra sceneggiata.
Sette agli attributi grandi quanto la Mole Antonelliana di Hugo Campagnaro. L’ultimo ad alzare bandiera bianca, l’unico a metterci sempre quel pizzico di cattiveria in più. Ammirevole, non esistono altri aggettivi che rendono giustizia ad Hugo.
Otto come i secondi in cui Edinson Cavani ha fatto tremare l’incrocio dei pali della porta di Storari. In quel momento, non distante dallo stadio, diversi sismografi hanno segnato il picco tipico derivante da una scossa di terremoto. Niente paura. Il Matador non si è regolato con la potenza. Chissà come sarebbe finita la gara se... Vabbè. Meglio non pensarci.
Nove ai tifosi della Juventus. Si proprio a loro. Perché ancora una volta hanno dimostrato poca fantasia. L’identità è qualcosa che non puoi comprare, l’identità è qualcosa che non acquisti negli anni. E’ come il coraggio di Don Abbondio. Se uno non ce l'ha, mica se lo può dare. Chi non ha nemmeno un inno da cantare per festeggiare una vittoria si deve accontentare di rubare queli degli altri. Cattive abitudini.
Dieci a chi avrà la forza di gettarsi alle spalle questa gara segnata da un episodio sfortunato. Voltare pagina! Sin da subito! Analizzare gli errori e farne tesoro. Ma per davvero. Fino alla rete di Caceres – non certo frutto del bel gioco di cui Carrera si vantava alla vigilia – il Napoli ha giocato alla pari. E’ stato timido, vero. Ma non aveva certo demeritato. Il campionato è solo all’inizio. Si è persa una battaglia. Non la guerra.