Da 0 a 10: Zuniga come Giuda, Behrami rapinato ed affondato, Mazzarri con il fuso orario ed un obiettivo da non fallire
Tanti sbadigli, due lampi e tre punti pesantissimi. Siena-Napoli, semplicemente... Da Zero a Dieci
Zero al Giuda nero – versione Jesus Christ Superstar – Camilo Zuniga. Involuzione inspiegabile quella del colombiano, che dovrebbe essere uno dei segreti del modulo tanto caro a Mazzarri. Partito forte in questa stagione per poi scomparire dopo le voci di contrasti relativi all’ingaggio da percepire nel prossimo contratto. Possibile che abbia tradito la causa per “trenta” denari?
Uno all’immobilismo di Walter Mazzarri. Non si possono sprecare 68’ di gara per rendersi conto che c’è bisogno di intervenire. Il tecnico in questa fase ricorda quel padre troppo affezionato alla propria creatura da non riconoscerne le difficoltà. Probabilmente c’era un leggero fuso orario sulla panchina azzurra.
Due alla scelta cromatica di De Sanctis. Un Babbo Natale bardato d’argento proprio non si può guardare. Morgan, anche l’occhio vuole la sua parte.
Tre al gesto di Emanuele Calaiò. Dopo la rapina in settimana, Behrami si becca pure una gomitata. Da un ex cuore azzurro come Emanuele, fa ancora più male. Ma è impossibile non perdonare l’ex arciere.
Quattro minuti della ripresa bastano al Napoli per creare il doppio delle occasioni – due contro zero – avute nel primo tempo. Specchio fedele di una prima frazione che si può definire solo in un modo. Orribile.
Cinque le vittorie lontano dal San Paolo degli azzurri nelle nove trasferte fin qui disputate. Quando riesci a tenere alta l’attenzione in difesa, qualcuno di quei pazzi lì in attacco possono sempre portare a casa la posta piena.
Sei a Christian Maggio. Una media tra il 4 che meriterebbe per la sua gara prima del gol e l’8 per l’importanza della zampata che regala gli azzurri una vittoria dal peso specifico difficilmente quantificabile. La speranza è quella di rivederlo ai livelli della scorsa stagione.
Sette alla tecnica di Goran Pandev. Sarà anche lento, ma quando il macedone accarezza il pallone ricorda un ispirato Dalì alle prese con pennello e tela. E’ un artista Goran, con i suoi picchi e suoi momenti bui. Quando accende la luce, però, è uno spettacolo da guardare in rigoroso silenzio.
Otto i punti di differenza (10 con la ridicola penalità inflitta) con la Juventus. Il gap con i bianconeri esiste, soprattutto nei ricambi. La presenza in campo di Donadel a Siena – con Inler squalificato – è un dato piuttosto chiaro. A gennaio non ci sono alternative, perché se lo scudetto non è un obiettivo raggiungibile la qualificazione alla prossima Champions è un traguardo che non si può mancare. Perché, in quel caso, sarebbe difficile non pensare ad una stagione fallimentare…
Nove alla personalità con cui Britos veste i panni di vice-Cannavaro al centro della difesa. Autoritario, quasi arrogante in alcune uscite palle al piede. Definitiva, quindi, la bocciatura di Fernandez. Due buone notizie in una sola.
Dieci ai cori dei tifosi senesi che ricordano con cori ripetuti come la rovina di questo paese - allo sfascio - siano i napoletani. Gli stessi persone che tra qualche giorno parleranno ai loro figli dello spirito natalizio. Gli stessi a cui noi auguriamo un Buona Natale, con la speranza che in regalo sotto l’albero arrivi un cervello nuovo di zecca.