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24 novembre 2013
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Serie A 2013-2014

Anche Maran in corsa per il dopo Mazzarri

3 marzo 2013
Napoli Club
Anche Maran in corsa
per il dopo Mazzarri

 

Se il tecnico livornese dovesse decidere di lasciare, si fanno quattro o cinque nomi per la panchina azzurra
Anche Maran in corsa per il dopo Mazzarri Il futuro è un’incognita: ma in quella foschia che restringe il cono visivo, s’avverte l’eco d’una serie di pubbliche ammissioni che servono per leggere nella palla di vetro. «Io con il tecnico ho un rapporto straordinario: ne parleremo a fine stagione, ovviamente, come abbiamo fatto in passato. Ma se lui è Mazzarri, noi siamo il Napoli» . Così parlo De Laurentiis, appena cinque giorni fa: e poi, a seguire, in quel ping-pong dialettico inevitabile, tra una spruzzatina di sano (e spigoloso) realismo, anche le carezze per lasciare aperte le porte e le finestre di Castelvolturno: «Per me, Mazzarri potrebbe restare a vita: non è un problema economico, essendo uno dei tecnici più pagati, Sarà lui a decidere» . Il Napoli, ai tempi di Mazzari, è due qualificazioni in Europa League, una in Champions, una coppa Italia vinta e un’annata dalla quale può emergere qualsiasi sorpresa: ma domani verranno altri giorni e, oltre quel «ni» attuale, quell’incertezza che regna sovrana, i pensieri si accavallano e disegnano quattro (o cinque) identikit.

FATTORE M - Resta o parte? La domanda sorge sistematica e la risposta è per ora rinviata al 19 maggio: ma Walter Mazzarri è la prima scelta, la continutà per restare al Potere, tra le grandi d’un calcio nel quale il Napoli abita ormai stabilmente. Però, poi, esistono le contromisure da valutare, nel caso (mica improbabile) d’addio: Rolando Maran ha stupito per la semplicità con la quale s’è messo in gioco in serie A. Ha i risultati dalla sua, una accertata capacità a sfruttare il potenziale offensivo del suo Catania, dunque attitudini (eventualmente) da poter sposare con tre tenori. E’ un’ipotesi.

LA BESTIA NERA - Stefano Pioli non le ha mandate a dire attraverso terzi, nell’ultimo biennio: con il Chievo, diede al Napoli «padellate» a più riprese e riuscì a battere Mazzarri in casa sua e poi al «Bentegodi»; e con il Bologna, l’anno scorso, prima è costato la qualificazione in Champions e poi, a dicembre, ha rovinato il Natale azzurro, con l’ennesimo blitz al san Paolo. L’incubo-Pioli s’è trasformato in elemento di curiosità ed ha guadagnato la pubblica stima di De Laurentiis, pure per quel profilo basso che rappresenta un modo di essere. Difendeva a quattro, in gioventù: ma poi pure lui s’è messo a tre, come Mazzarri. E può rappresentare un’opzione.

L’ALTA SOCIETA’ - Un allenatore non è soltanto un modulo: e in quella figura cui eventualmente affidare (eventualmente) un’eredità pesante, vanno inserite anche elementi caratteriali rassicuranti. L’autorevolezza, ad esempio, non rappresenta un dettaglio: a De Laurentiis lo stile-Allegri ha lasciato un segno, consolidato poi dalla gestione della crisi di risultati e dalla capacità di modellare una squadra ricca di giovani. Ha un fascino freschissimo e però rilevante Vincenzo Montella, che sa rimodellarsi, che ha ricostruito la Fiorentina, con la quale i rapporti sono semplicemente esemplari, quanto basta per non indurre mai De Laurentiis a fare uno «sgarbo» al suo amico Della Valle. Allegri e Montella, nel caso in cui il Napoli dovesse essere obbligato ad intervenire, rappresenterebbero però tentazioni affascinanti, fondate.

OCCHIO - Ma al di là della panchina di Mazzarri, sarà inevitabile scrutare qualche sagoma, un giorno o l’altro e nel caso di separazione: Francesco Guidolin ha un appeal tecnico, tattico, umano e una storia che per lui parla da sola; e poi, dall’estero, è arrivata un’eco su Simeone dell’Atletico Madrid, un’indicazione arrivata da amici degli amici. Ma l’amico del cuore, per ora, è Mazzarri.

Terrei Walter a vita

2 marzo 2013
Napoli Club

De Laurentiis: «Terrei Walter a vita. Altri soldi? È il tecnico più pagato»

 

Il futuro di Mazzarri. De Laurentiis è tornato sull’argomento pochi minuti prima della partitissima contro la Juventus. «Per quanto mi riguarda – ha spiegato il presidente del Napoli – io mi siedo sempre a fine campionato a tavolino per discutere il futuro. Per me, Mazzarri può restare a vita: lo stimo moltissimo». Restare magari con un aumento di ingaggio, un’integrazione rispetto ai 2,5 milioni attualmente percepiti dal tecnico toscano? «Credo sia uno dei mister più pagati in Italia, se non quello che prende di più, quindi con me questi problemi non ne abbiamo mai creati. Per me i soldi sono solo un mezzo», ha detto il presidente, prima di effettuare un giro di campo con i dirigenti Formisano e Lombardo per andare a salutare i tifosi delle curve.
Negli spogliatoi il saluto all’ad juventino Marotta. «Polemiche sulla designazione arbitrale? È stata scelta una terna che non ha precedenti nelle sfide con Juve e Napoli», ha sottolineato De Laurentiis.
Napoli-Juventus non è solo una sfida sul campo. I rapporti tra i club sono quelli che sono. Si sa. L’ultima rottura? In Lega, quando c’è stato da nominare Beretta e l’asse tra De Laurentiis e Lotito ha trionfato su quello guidato dal presidente bianconero, Andrea Agnelli. E allora, le società se le danno, e spesso, anche sul mercato.
Una lunga storia, da vivere a ritroso. Per esempio sulle continue lusinghe al Matador Cavani, a lungo inseguito dai bianconeri nonostante il Napoli avesse chiare le idee. Ma per tutta l’estate Marotta e company avevano individuato nel bomberone uruguaiano il top player da ingaggiare. Poche settimane prima, la vicenda Verratti: sul baby del Pescara, De Laurentiis si era tuffato a capofitto. Raggiungendo per primo l’accordo con Sebastiani, il presidente degli abruzzesi. Bisognava raggiungere l’accordo col procuratore: ma la Juve offriva di più, molto di più. Diritti d’immagini ceduto in esclusiva compresi. Non se ne fece più nulla.

Fonte: Il Mattino

Pagelle

2 marzo 2013
Napoli Club

Pagelle di Napoli-Juventus 1-1

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Un tempo a testa, un gol a testa, un rigore negato a testa. La distanza resta invariata ma, di quì alla fine, ne vedremo ancora molte.Intanto il Napoli c’è, accidenti se c’è.

De Sanctis 5,75 Media matematica tra il 6,5 che avrebbe meritato per alcune parate importanti ed il 5 che meriterebbe per l’atteggiamento spesso incomprensibile. Eccessivo.

Campagnaro 6,5 In alcuni momenti della gara, appare invalicabile e da un grande il contributo anche in appoggio alla manovra. Inossidabile.

Cannavaro 5,5 Un paio di errori in uscita palla al piede che potevano costar caro. Giovinco gli risulta imprendibile. Ingenuo.

Britos 5,5 Pesa molto l’errore grave sul goal concesso a Chiellini. Grande paura dopo lo scontro con Inler, si riprende ma,  dopo poco esce dolorante. Impacciato.

Dzemaili 6 Entra e con lui la squadra cambia assetto, con buone conseguenze. Chissà per quanto brucerà, a lui e a noi,  la rete fallita sulla respinta di Buffon. Precipitoso.

Maggio 5,5 Fisicamente sembra in netta ripresa, i suoi- tanti -errori sono da imputare alla sua tecnica non proprio eccelsa, purtroppo. Ancora sottotono.

Inler 5 Il goal che riapre il match, ma prima e dopo, tonnellate di errori. Fuorigiri mentalmente.

Armero S.V. Il tempo di sbagliare un cross da ottima posizione.

Behrami 6,5 In pratica lui, da solo, contro il tanto osannato terzetto della mediana bianconera. Si sfianca ma non demerita. Il leone del centrocampo è lui, altro che chiacchiere. Inesauribile.

Zuniga 6 In pratica, si annulla con Lichtsteiner. Buona gara. Concentrato.

Hamsik 7 E’ lui che cambia marcia alla squadra, è lui il Leader educato. Ovunque giochi,lo fa bene. Irrinunciabile.

Pandev 5,5 Inizia bene ma si spegne fin troppo presto. La sua tecnica non emerge, non fa niente per rendersi necessario. Sbiadito.

Insigne 6 Poco tempo per mettersi in mostra ma, soprattutto, il suo impiego-largo sulla sinistra- gli fa perdere lo spunto. Entra sempre al posto di Pandev, ma non ne rileva mai la posizione. Talento sprecato.

Cavani 6 Non ritrova la via del goal ma, in parte, la sua riconosciuta verve. Si sfianca( forse inutilmente ), in zone del campo lontane dall’area avversaria e questo, forse, contribuisce ad appannarlo. In ripresa.

Mazzarri 6,5 La differenza sostanziale tra il suo Napoli e la Juve, è mentale, e quella mentalità è frutto di decenni di strapotere. Il suo Napoli, quello con la giusta carica nervosa, viene fuori nella ripresa e , per poco, non mette sotto gli avversari da tutti osannati come se il campionato l’avessero già vinto. Non è così, ma ne riparleremo. Avanti con fiducia.

VIDEO - Hotel Parker, tifosi juventini e napoletani scatenati. Succede di tutto

1 marzo 2013
Napoli Club

13 ^ giornata

 
Bologna-Inter
Livorno-Juventus
Milan-Genoa
Napoli-Parma
Roma-Cagliari
Sampdoria-Lazio
Sassuolo-Atalanta
Torino-Catania
Udinese-Fiorentina
Verona-Chievo

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